Cuore Di Ciccia by Susanna Tamaro

Cuore Di Ciccia by Susanna Tamaro

autore:Susanna Tamaro [Tamaro, Susanna]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-27T10:36:54+00:00


5.

Straerrore erroroso!

Essere un pipistrello non era certo piacevole, ma volare, pensò Michele passando sulle prime case della periferia, era piuttosto divertente.

Innanzitutto non si sentiva più la pancia.

Né la pancia, né le coscie grosse.

Bastava muovere un po’ un braccio e subito, come fosse di carta velina, andava a destra o a sinistra, poteva salire e scendere in altezza a suo piacimento.

Le case, i fiumi, gli alberi, le strade con le auto, e le rotaie con i treni erano uguali identiche a quelle dei giochi di costruzioni.

Dopo un po’ che volava là sopra, a Michele parve persino impossibile di aver vissuto una volta laggiù come bambino.

Provò a pensare quanto tempo era trascorso dall’ultima volta che aveva visto la sua finta mamma e il suo finto papà.

Una settimana forse, o forse più di un mese, o un anno intero.

Da quand’era fuggito dall’Istituto Acciughini non aveva più tenuto conto del tempo.

Pensando alla sua finta famiglia, all’improvviso Michele sentì una fitta sotto il folto della pelliccia.

Era il cuore.

“Ho nostalgia” pensò Michele, e siccome era stanco e non aveva la minima idea di quali fossero davvero i suoi compiti, decise di fare una visitina a casa sua.

Trovarla non fu difficile.

Da lassù si vedeva benissimo il grande centro commerciale dove andava sempre con la mamma a fare la spesa.

Più in là c’era la scuola elementare e da lì, dritto avanti, in fondo ad un viale di platani, c’era la piccola casetta con giardino dov’era cresciuto.

Michele si avvicinò svolazzando in silenzio.

Nel giardino era cresciuta l’erba, e la sua bicicletta arrugginita era appoggiata al muro.

Tutte le imposte delle finestre erano aperte.

Grazie alla luce della luna era facile guardare dentro.

Michele si posò su un davanzale e appoggiò il muso sul vetro: era la finestra del salotto, e la prima cosa che Michele notò fu un gran disordine e tante scatole di cioccolatini vuote intorno.

“Forse la finta mamma non abita più qui” pensò e, per accertarsene, volò subito alla finestra della stanza da letto.

Invece la vide subito.

Per il caldo dormiva sopra le coperte; anche lì intorno c’era un gran disordine, e confezioni di dolci aperte da tutte le parti.

Aveva una faccia molto triste.

“Deve essere ingrassata di qualche etto” pensò Michele, e in quello stesso istante si accorse di una cosa incredibile.

Sopra la testa della mamma c’era una nuvoletta quadrata come un monitor e, proprio come un monitor che non riesce a prendere il programma, la nuvoletta trasmetteva righe bianche e nere.

“Cosa sarà mai?” si chiese Michele, e restò lì fermo a guardarla.

Poi, ad un tratto, in cielo salirono i primi raggi di sole, e la nuvoletta si dissolse come d’incanto.

Michele si coprì il muso con un’ala: la luce gli dava molto fastidio.

“Devo nascondermi” pensò, e subito, svelto, volò via dal davanzale.

Michele non era molto informato sulla vita dei pipistrelli; oltre a sapere che facevano schifo, sapeva solo, per averlo visto in qualche telefilm, che di solito dormivano a testa in giù appesi nelle grotte.

Il quartiere dove stava la sua casa era un quartiere moderno, e di grotte e di anfratti non ce n’era neanche l’ombra.



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